Volontari  di  Fiscaglia

Massafiscaglia   Migliarino   Migliaro

 

RICERCA  STORICA

 

FISCAGLIA  RICORDA  I SUOI  CADUTI 

 

 

Dedichiamo questa Ricerca alla memoria di Lorenzo Franzon, che insieme ad altri volontari aveva aderito con  entusiasmo all’esito positivo di questo lavoro, motivato nel voler lasciare una testimonianza concreta dei Caduti in guerra di Fiscaglia. Siamo sicuri , avrebbe profuso tutta la sua sensibilità e impegno per completare nel miglior modo possibile questa Ricerca, che altri ora, cercheranno di continuare nel suo ricordo.

 

 

 IN  MEMORIA  DEI   CADUTI  IN GUERRA

 

PREMESSA

 

Il gruppo volontari di Fiscaglia, formato da cittadini di MassaFiscaglia, Migliarino e Migliaro, con questa Ricerca intende doveroso conservare il Ricordo e il Sacrificio di tutti i suoi Caduti militari e civili, per trasmettere alle nuove generazioni e preservare in tutti Noi gli ideali di pace. Una Ricerca, che ha anche l'intento di avvicinare ulteriormente le nostre Comunità attraverso la conoscenza di tutti gli uomini e donne del nostro territorio che hanno perso la vita nelle due Guerre Mondiali. Invitiamo pertanto, i cittadini di Fiscaglia alla lettura completa di tutti gli Elenchi riportati, che vedono uniti in una tragica sorte  tante vittime dei Nostri paesi.

Di proposito, abbiamo voluto non entrare nelle ragioni storiche - politiche che hanno provocato i due conflitti mondiali e volutamente per quanto possibile, parlare solo attraverso dati e vicende, di Persone che hanno perso la vita in queste immani tragedie. Per questo motivo, pur riconoscendo grandi atti di valore militare e civile, non saranno presenti riferimenti al grado militare, decorazioni o altro ancora e tanto meno a scelte di parte, che ogni singolo individuo ha deciso di intraprendere in quei tragici momenti storici e di vita personale.

Auspichiamo, che questa linea di principio, consenta a chi vorrà consultare questa Ricerca, di considerare le Persone unicamente vittime di guerra e  lasciar spazio ad altri momenti e contesti, per valutare la storia nella sua completezza. E' opportuno precisare, che attraverso la Ricerca, non si è svolto un lavoro di indagine  ed inchiesta su dati o  avvenimenti  risalenti a quell’epoca.

Il compito dei volontari è stato quello di accertare, consultando fonti attendibili e qualificate, dati, luoghi, cause e conseguenze sulla sorte delle Persone, durante le due guerre mondiali.. Riguardo alla pubblicazione degli Elenchi, dobbiamo far presente ai familiari e  parenti, che ci siamo limitati  a riportare i soli dati del Caduto ritenuti “non sensibili,” nel rispetto della normativa in materia di riservatezza (vedi note legali).

 

                                

I  VOLONTARI

 

 Crediamo che questa Ricerca Storica sui nostri Caduti in guerra, dovesse essere scritta da persone del territorio, a dimostrazione che attraverso il contributo di volontari, si possono realizzare documenti su argomenti   importanti e sensibili. Certamente saranno presenti concetti aperti a riflessioni e valutazioni diverse dalle nostre, ma per ora, rimane come l'abbiamo concepita, scritta e documentata.

I cittadini di Fiscaglia devono sentirsela come Propria, perché gli “interpreti” e veri testimoni di questo tragico percorso storico, sono coloro che l’hanno vissuto realmente nei Nostri paesi.

Abbiamo allora, cercato di ascoltare le testimonianze ed entrare attraverso queste, nei veri contenuti di quel periodo che sarà per sempre ricordato come il più doloroso e cruento vissuto dalle nostre Comunità locali. 

In seguito, seguendo suggerimenti qualificanti e con altri Vostri contributi, cercheremo di migliorare  questo lavoro, affinché nessuno possa sentirsi dimenticato.

Per entrare e ricostruire il percorso delle Persone coinvolte, sono state consultate fonti preparate ed attendibili, senza trascurare nessun elemento che potesse ricondurci a dati o notizie su ogni singolo Caduto. Il nostro unico scopo e ci auspichiamo sia condiviso, è il voler mantenere viva la Memoria di tutte le vite perdute di MassaFiscaglia, Migliarino e Migliaro.

I volontari ringraziano, tutte le persone ed i familiari, che ci hanno accolti nelle loro case con grande disponibilità e quelli da noi contattati  con altri sistemi di comunicazione. Tutti a loro modo, hanno cercato di collaborare ed aiutarci attraverso i ricordi dei loro congiunti Caduti in guerra.  Ringraziamo ugualmente chi, per qualsiasi motivazione ha voluto mantenere la propria riservatezza.

Concludendo questa breve premessa,  noi affermiamo di aver elaborato il solo lavoro materiale, ma il suo vero valore sarà la Considerazione e il Ricordo dei Cittadini di Fiscaglia verso i Propri Caduti in  Guerra.

 

“Il presente ha un valore solo se conosciamo e ricordiamo il passato”

 

 

IMPOSTAZIONE  DELLA  RICERCA

 

 

Come si può notare dal menù principale, la Ricerca si sviluppa in più capitoli e  speriamo risulti di facile lettura. La sola parte storica è quella di seguito presentata, la quale entra nel percorso reale dei tempi e fronti di guerra, cercando di creare il più possibile lo scenario vissuto dai militari e civili.

Gli altri contenuti, quali Elenchi, dati, fotografie e documenti, hanno la finalità di ricondurre ai luoghi e alle cause di morte di ogni singolo Caduto. In questo contesto, noi abbiamo liberamente esposto le nostre considerazioni, rispetto la sorte dei Caduti e alla tragicità delle guerre.

Le basi di partenza della Ricerca sono state, le Lapidi e Steli Cimiteriali, gli archivi anagrafici degli ex Comuni di MassaFiscaglia, Migliarino e Migliaro. Prendendo poi contatto e consultando fonti attendibili sono state trovate altre notizie e dati sui Caduti, così da completare gli Elenchi.

Quest’ultimi, per una maggior chiarezza, sono stati trattati in maniera separata a seconda del Comune di appartenenza. Consigliamo di consultare “l’introduzione alla lettura degli Elenchi” per comprenderne al meglio la composizione e dovute indicazioni.

Evidenziamo la grande importanza dell'album fotografico, poiché attraverso l'immagine reale delle Vittime, possiamo renderci conto di quanto siano numerose. Siamo convinti, che chiunque lo guarderà con grande rispetto nei confronti dei Caduti e familiari.

Invitiamo, chi fosse in possesso di foto, documenti e testimonianze, a collaborare con i volontari al fine di creare gradualmente un Archivio Storico dei Caduti in guerra e lasciarlo per sempre a conoscenza dei Cittadini di Fiscaglia.

 

 

LA  RICERCA  DEI  NOSTRI  CADUTI

 

695  Ragioni  per  non  dimenticare

 

Iniziamo con un dato numerico forte e di grande valore per tutti. Sono infatti 695 i Caduti  accertati durante le due guerre mondiali nel territorio di Fiscaglia e tale dato si può ritenere non definitivo.  Questo numero, rappresenta famiglie, volti, vite e Persone, ossia le fondamentali 695 Ragioni per non dimenticare.  Seguendo i capitoli sviluppati nella Ricerca, si arriverà gradualmente a tutto quanto. È pertanto, importante essere a conoscenza dei relativi contesti storici e dato il difficile argomento, abbiamo cercato di farlo nel  migliore modo possibile.

Durante la Ricerca, ogni qual volta trovavamo notizie sui Caduti, entravamo senza volerlo nel Loro vissuto, rendendoci conto in tal modo, di non compilare solamente un “ arido e ordinato elenco” di numeri e anonimi dati, ma di scrivere una parte di vita di tante Persone, in gran parte sconosciute. Allora si sente il bisogno, di ridare Loro il dovuto valore umano, che il passare del tempo rischia di far dimenticare.

Chi vorrà leggere le notizie riportate, riteniamo dovrà farlo con lo stesso spirito, cercando di sentirsi partecipe anche con i loro familiari. Dispiace non riuscire ad essere precisi, ma un buon numero di Caduti avevano figli, erano sposati e in gran parte poco più che ventenni. Per questo, tanti figli non hanno mai conosciuto i loro padri e intere famiglie, segnate da ferite ancora aperte. Se consideriamo anche quest'aspetto, chiediamoci, quanti sono veramente i Caduti in guerra.

La Loro vita può essersi spenta all'istante, dopo grandi sofferenze, per fame o malattia e chi è stato dichiarato Disperso, può considerarsi mai nato, poiché non vi è nemmeno  una tomba da Onorare.

Ancora oggi, alcune persone e purtroppo anche giovani, non credono o non valutano il valore delle persone legate ad un numero, ritenendo che i Caduti siano troppi , gonfiati dalla propaganda del dopoguerra. A causa del revisionismo storico, ha fatto breccia il tragico pensiero che quando si presentano cifre molto grandi , queste non sono reali e credibili. Ebbene, i nostri “numeri” sono tutti documentati a dimostrazione dell’esatto contrario e varrebbe la pena allargare il pensiero ad una regione, ad una nazione, a più nazioni per rendersi conto che è stato tutto tragicamente vero.

Nessuno ha barato sulle vittime di guerra e MassaFiscaglia, Migliarino e Migliaro hanno dato veramente tanto in questi due conflitti mondiali.

Quando si affrontano tali argomenti, spesso si è accusati di cadere nella “retorica di sempre”. Per evitare questo, crediamo si debba seguire con la mente e non solo, un Qualsiasi Nome di un Caduto e pensare ai suoi ultimi attimi di vita ed alla sua tragica sorte provocata dalla guerra.

Allora le parole e la retorica scompariranno, lasciando il posto alle sole Persone cadute. Per noi , è il vero modo per onorare e ricordare tante vite perdute, sostenendo con forza, che la pace e la difesa della pace, sono i soli valori imprescindibili  per cui vale veramente la pena combattere.

 

COS’E’ LA GUERRA?

Guerra è milioni di persone morte e ferite. Guerra è milioni di uomini con malattie mentali. Guerra è famiglie smembrate dai lutti. Guerra è generazioni future di figli senza padri e ne madri.

 

LA  GUERRA  1915 – 1918

La  Grande  Guerra 

 

Come detto in premessa, la Ricerca riguarda i Caduti di Fiscaglia durante la guerra 1915-1918, che i nostri militari hanno combattuto in Italia1 e soprattutto nelle zone dell'Altopiano di Asiago, del Montello, Monte Grappa, sui fiumi Isonzo, Piave, Tagliamento e sulle pietraie del Carso.

Purtroppo a questo punto, siamo costretti ad essere  cruenti e realisti al fine di trattare la sorte dei Caduti o Dispersi, ma del resto la guerra non lascia molte alternative a riguardo. “Gli aridi numeri” del nostro territorio sono i seguenti: 362 Caduti (compresi 59 dispersi) e tre non sono stati trovati.

Questa guerra è stata definita un'inutile strage e il primo vero suicidio mondiale, nella storia dell'umanità, a causa di intere generazioni di uomini e donne coinvolte. Nemmeno chi aveva pianificato e voluto la guerra, immaginava le devastanti conseguenze alle quali, per anni le nazioni belligeranti sarebbero poi andate incontro. Gli uomini di ogni esercito vennero mandati al massacro incondizionato, provocato da nuove armi, che  avevano una capacità sproporzionata di impatto e di morte sui militari stessi, considerati solo numeri da aggiungere uno dopo l'altro ad immensi elenchi di Caduti, feriti, mutilati e Dispersi.

La definizione di “La Grande Guerra” nasce, oltre che dal coinvolgimento di numerose Nazioni Europee e Mondiali, proprio da queste disumane condizioni alle quali i militari vennero sottoposti durante i combattimenti, cosa, come osservano i Comandi Militari, mai più verificatesi nemmeno durante la Guerra del 1940-1945.

Importante è stato anche il contributo delle donne, che vennero impiegate nella costruzione di trincee in varie zone del Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia, o occupate in gran parte, nell’industria bellica (specie al Nord Italia) per sostituire gli uomini impegnati nei campi di battaglia. Inoltre, nell’immediato dopoguerra, le donne di montagna si fecero madri comuni e pietose delle spoglie rinvenute dei soldati (non solo italiani) caduti nei combattimenti, testimoniando così un grande senso di civiltà e umanità rispetto alle barbarie della guerra.

Per la prima volta durante un conflitto, vennero usati i gas asfissianti e fatte eseguire dai comandi militari di ciascun esercito le tragiche decimazioni (fucilazioni). Queste venivano eseguite, dopo rapidi processi militari (a volte tramite sorteggio) che, erano solo   una formalità burocratica, poiché le condanne a morte erano già scontate. Lo scopo di tutto questo, era incutere timore ai militari stessi, al fine di spingerli a combattere con maggior forza e senza arretrare di fronte al nemico. In nessun elenco comparirà mai il numero esatto di queste esecuzioni ed a lato del nome del militare caduto, viene semplicemente riportato: luogo e causa di morte sconosciute. Solo oggi, a distanza di cento anni dalla Prima Guerra Mondiale, i vari Ministeri della Difesa stanno riportando alla luce l’onore perduto dei militari, riconoscendo i tragici errori degli alti Comandi Militari per le avvenute fucilazioni.

Va ricordato che in Italia, sono stati chiamati a combattere i così definiti “ragazzi del 99”,  per evidenziare la loro giovane età. Nel Tempio Ossario di Bassano del Grappa ne sono stati tumulati 5.405, tutti riconosciuti. Se osserviamo attentamente i nostri Elenchi (uno per ogni località), possiamo verificare che sono presenti ragazzi dai diciassette anni, a uomini, fino ad oltre i quaranta.  In Italia, questa guerra, è stata talmente devastante da non risparmiare niente e nessuno, mettendo in pericolo anche il suo futuro, basti pensare che in alcuni casi hanno partecipato e perso la vita,  padri  e figli. I giovani o meno giovani di Fiscaglia, si sono trovati all’interno di questa aberrante situazione, fatta di dolore ed indescrivibili sofferenze sia fisiche che umane e ne hanno subito le conseguenze anche dopo anni.

Tanto altro andrebbe scritto su questo conflitto mondiale e noi riconosciamo di averlo fatto solo in minima parte, anche per difficoltà oggettive  di reperire notizie utili riguardo alle Persone del nostro territorio.

“In questa guerra ho comandato, fatto e visto cose per le quali mi sono vergognato di appartenere al genere umano. Maledetta guerra non ti odierò mai abbastanza.

Dal libro “Orizzonti di Gloria

 

NOTA:

1) Due divisioni italiane verranno impiegate sul fronte francese e circa 5.000 saranno I Caduti.

 

 

Fonte dati :                                             

> L'Ufficio Storico dello Stato Maggiore del Regio Esercito riporta dati ufficiali riferiti ai soli militari deceduti; nel 1918  erano 575.000, portati in modo definitivo a poco meno di 652.000 nel settembre 1925. I feriti saranno poco più di un milione, compreso 456.652 invalidi permanenti.

>  L'Albo d'Oro dei Caduti Ferraresi riporta 5.398 quale numero di Caduti militari della Provincia di Ferrara.

> Fonti ufficiali sui caduti civili non riportano nessun dato. I maggiori studiosi storici, invece, riportano questi dati: per carenze alimentari 589.000, per influenza spagnola 432.000, direttamente a causa di azioni militari 3.400.

 

“ LETTERE  E  DISPERSI ”

 


 

 

La guerra dei poveri e degli analfabeti, è uno dei termini con i quali si definiva in Italia questo primo conflitto mondiale, visto il numero dei contadini, braccianti e operai chiamati alle armi, dove la percentuale degli analfabeti arrivava al 40% delle forze impiegate.

Questa condizione generò non pochi problemi ai Comandi Militari, perché una buona parte degli uomini parlava soltanto il dialetto d’origine locale, pertanto, si dovettero creare gruppi di militari il cui compito era quello di “tradurre” le parole e gli ordini da eseguire.

La corrispondenza con i familiari,  era affidata in gran parte ai più alti di grado o ai soldati che sapevano scrivere,  che diventavano così, veri e propri confidenti. Questi “scrittori da campo,” cercavano di esprimere le emozioni e paure dei propri commilitoni al fronte.

Gran parte di queste lettere, ancora conservate in musei o archivi storici, trasmettevano il vero senso della paura e disperazione, ma allo stesso tempo, i militari cercavano di dare un piccolo conforto al dolore dei propri famigliari a casa. Queste semplici testimonianze, andrebbero lette ancora oggi per far comprendere come purtroppo la guerra trasforma in tragedia la vita degli uomini.

Di seguito, riportiamo la lettera di Cesari Giorgio di anni 25 (Elenco di Migliaro), spedita alla sorella poche settimane prima della sua morte e crediamo sia una reale prova di quanto affermato. Inoltre chiediamoci, quanti militari siano rappresentati al di là delle divise o bandiere, in quelle poche righe. Se a fondo ne abbiamo compreso il senso, i destinatari sono molteplici e ancora attuali nella società.                                                       

Alcune lettere di militari italiani, riportavano, il fatto che durante i momenti di tregua al termine dei combattimenti, essi dovevano poi recuperare i corpi dei soldati caduti o rimasti feriti. Stessa cosa, accadeva anche da parte nemica. A volte le condizioni erano talmente gravose, poiché dovevano entrare in trincee o crateri enormi,  provocati dai colpi di cannone e piene di acqua e fango. Caricare su carretti o barelle più corpi accatastati insieme, definiti “fantocci di fango umani”, spesso dilaniati e irriconoscibili a causa della violenza delle esplosioni. In questo modo, non avevano alcuna certezza di aver raccolto corpi di connazionali.

Le battaglie poi riprendevano ed i caduti riconosciuti come nemici, venivano sepolti in campi o fosse comuni, il cui luogo molto frequentemente, non veniva segnalato nei rapporti militari.

Pertanto, possiamo ritenere, che anche i nostri Dispersi abbiano subito questa tragica sorte , finiti in campi di prigionia e deceduti a causa della fame, ferite o malattia, senza mai essere stati identificati.

Per noi è difficile pensare a questo, infatti, molti di quei luoghi situati in Italia od in Austria,  devastati e sconvolti a suo tempo dalla furia della guerra, oggi sono mete dedicate al riposo e alle vacanze.

Ciò nonostante, quando ci rechiamo in quei luoghi, almeno una volta un pensiero dovrebbe essere rivolto a quelle Vite tragicamente perdute. Sono i nostri Caduti e lo rimarranno per sempre, purché Noi lo.... ricordiamo.

                                                           

PRESENTE       PRESENTE       PRESENTE       PRESENTE       PRESENTE

 

Lettera  di  Cesari  Giorgio2

 

La sera del 12 Marzo 1916

Bianca carissima quando riceverai questa mia io sarò morto. Quindi brevemente ti dico qui le mie volontà che tu già in gran parte conosci. Prima di tutto ti prego di non piangere troppo per la mia morte. Chissà forse è meglio così. Poi, dei soldi che mi troveranno in tasca (70 lire circa) di quelli che devo riscuotere dal reggimento ( poco più di un centinaio di lire) e circa 80 lire dal Comando della 7a compagnia, ti prego di farne dono ai soldati (o alle loro famiglie) che avranno dato sepoltura al mio corpo. Del resto ciò che possiedo, tu lo sai, desidero che passi ai miei fratelli Napoleone (Giannetto) e Luigi. E qui finisco. Solo mi raccomando nuovamente non piangere troppo, non ne vale la pena. Mando a te e ai miei fratelli tutti l'ultimo saluto e l'ultimo affettuosissimo Bacio. Tuo affettuoso fratello Giorgio.

 

Era la morte il risveglio. Oh gioia delle mie partenze!”

Roberto Pazzi

 

NOTA:

2) L'originale è riportata nel  menù principale alla voce “Lettere -Testimonianze -Notizie”, mentre la fotografia nell'album fotografico “Caduti di Fiscaglia della guerra 1915-1918”.

 

 

LA  GUERRA  1940-1945

 

Il secondo conflitto mondiale è stato combattuto dai militari di Fiscaglia su diversi fronti, compreso quello italiano, il quale ha avuto pesanti conseguenze sulla popolazione civile di tutta la Provincia di Ferrara e dell’ Italia intera. Come già precedentemente esposto, la realtà dei fatti e degli “aridi numeri” ci porta ad essere di nuovo cruenti, infatti 276 è il numero dei Caduti militari (compresi 112 dispersi) e due non sono stati trovati, oltre a questi, ci sono 57 civili e si arriva a 333. Negli Elenchi sono riportate le notizie relative ad ogni singolo Caduto. Poiché il quadro completo di quest'ultimi è abbastanza diversificato, evidenziamo per il momento, il solo dato relativo ai 112 Dispersi sui vari fronti di guerra, così suddivisi: MassaFiscaglia 43, Migliarino 56 e Migliaro 13.

 

FRONTI  DI  GUERRA

 

NORD AFRICA – AFRICA ORIENTALE – MEDITERRANEO – BALCANI

 

 

I militari di Fiscaglia hanno combattuto su questi quattro fronti di guerra: il Nord Africa comprendeva: Tunisia, Libia ed Egitto. In Africa Orientale: Etiopia, Eritrea,  Somalia Italiana e 28 sono i Caduti in questi luoghi di guerra. Nei mari: Mediterraneo, Egeo e Atlantico, con 27 tra  Dispersi e Caduti in mare. Nel menù principale della Ricerca, alla voce “ Caduti in mare di Fiscaglia”, abbiamo raccolto in una sintesi gli affondamenti che hanno coinvolto i nostri militari. Ricordiamo il più grave riguardante il piroscafo “Laconia”, affondato nell’Oceano Atlantico, mentre era diretto in Gran Bretagna con 1.700 prigionieri italiani catturati in Nord Africa.

I Dispersi di Fiscaglia sono otto: di MassaFiscaglia due; Arvieri Ariode e Masieri Giordano e sei di Migliarino , Agnella James, Anteghini Bruno, Fini Cesare, Marzola Giorgio, Negri Michele e Rolfini Renato. Nelle Regioni Balcaniche hanno  combattuto in : Jugoslavia, Grecia , Albania e 45 risultano i Caduti. Il solo militare da noi rinvenuto, che perse la vita nelle tragiche vicende accadute sull’isola di Cefalonia (Grecia), è Ferrari  Adelvaldo di MassaFiscaglia, di cui ancora non si conosce l’esatto luogo di sepoltura. Per quanto riguarda i militari che hanno combattuto in Nord Africa e sepolti nei Cimiteri Italiani in Libia (a Tripoli ne erano sepolti 10.261,compresi i militari delle guerre coloniali ), negli anni 70 del secolo scorso e per volere del governo di Gheddafi, il quale ne ha disposto l'eliminazione dal territorio nazionale, i resti di alcuni Caduti sono stati trasferiti nel Sacrario Militare di El Alamein in Egitto. La maggior parte sono stati traslati nel Sacrario Militare d'Oltre Mare di Bari, dove sono sepolti 17 Nostri militari:  7 di MassaFiscaglia, 7 di Migliarino e 3 di Migliaro. Nello stesso Sacrario, sono stati inumati anche i resti dei Caduti e sconosciuti, provenienti dai Cimiteri Militari Italiani dismessi in: Jugoslavia, Grecia ed Albania, della prima e seconda guerra mondiale, compresi quelli che hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo ed Egeo. Recentemente, sono stati traslati anche i resti dei militari e civili deceduti nei campi di lavoro, prigionia e concentramento dell'ex Repubblica Democratica Tedesca. I familiari, che ancora non fossero a conoscenza dei luoghi di sepoltura,  possono trovare nei nostri Elenchi, dati indicativi ed utili per proseguire con ulteriori e più complete ricerche, per risalire alla sorte dei loro congiunti.  Sappiamo che ancora oggi, associazioni di volontariato sono alla ricerca nelle zone di El Alamein e altre del Nord Africa, dei resti o di qualsiasi altro reperto, che possa far risalire al riconoscimento dei militari sconosciuti o Dispersi.

 

Quota 33 (Q.33)

In questo luogo, dopo la battaglia di El Alamein (Egitto, ottobre-novembre1942) venne gradualmente costruito l'attuale Sacrario Militare dove riposano le salme dei soldati italiani, tedeschi, inglesi, australiani e neozelandesi. I Militari Italiani sepolti nel Sacrario sono 4.814, circa la metà sono ignoti.

Fonte dati:

 > L'Istituto Centrale di Statistica di Roma riporta nel 1957 i dati riguardanti i Caduti Militari Italiani compresi anche quelli deceduti in stato di prigionia: Grecia, Albania, Jugoslavia (49.459), in mare (22.043), Africa (22.431).

 

FRONTE  RUSSO

 

 

Questo fronte di guerra risulta il più doloroso, perché ci ha lasciato il maggior numero di Caduti del nostro territorio , 30 risultano i morti in combattimento e prigionia  oltre   a 59 Dispersi. Nel merito vanno analizzati fattori importanti per la sorte dei militari coinvolti nella campagna di Russia.

Storicamente la Russia, non aveva mai avuto una “cultura” relativa alla prigionia dei militari, tanto che non aveva aderito alla Convenzione Internazionale di Ginevra del 1929 sul trattamento dei prigionieri di guerra .

Per far fronte alle centinaia di migliaia di militari, catturati (italiani, tedeschi, romeni, ungheresi) e fatti prigionieri, la Russia affidò tale compito al Commissario Generale del Popolo (NKVD) , che dovette provvedere in qualche modo alla gestione dei campi di prigionia. Una tale massa di uomini si dimostrò  da subito ingestibile, con tragiche conseguenze sui militari catturati. Per dare un'idea dello stato delle cose, basti pensare che ancora oggi degli oltre 400 campi operanti, solo di 130 si conosce la loro esatta posizione geografica.3

Per completezza segnaliamo, che almeno 10.000 militari italiani, che non appartenevano al corpo di spedizione in Russia, chiamato a luglio del 1941, Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.), poi inglobato a luglio del 1942 nell'Armata Italiana in Russia (Arm.I.R.), tali militari,  catturati dopo l'8 settembre 1943  dalle forze armate germaniche in Jugoslavia, Grecia, Montenegro isole dell’Egeo, vennero trasferiti nei campi di prigionia in Polonia e Cecoslovacchia, di seguito poi fatti prigioniere dall’esercito sovietico durante l’avanzata nei territori occupati dalla Germania. Pertanto, è possibile che militari di Fiscaglia che operarono sui fronti di guerra sopra indicati, siano oggi riportati come deceduti o dispersi in Russia.

Di fatto, i prigionieri italiani insieme a quelli di altri eserciti, sopravvissuti a marce estenuanti , durate settimane in condizioni climatiche estreme per il freddo e la fame (le così dette marce del “davaj” - avanti senza sosta) vennero relegati in sistemazioni precarie, malsane al limite della vivibilità e colpiti da epidemie di ogni genere. Tra i principali di questi campi ricordiamo: il n. 188 di Rada,4 il n. 56 di Uciostoie, situato tutti nella regione di Tambov (città capoluogo) a circa 530 Km a sud-est di Mosca. Nel campo n. 58 di Tiomnikov (regione di Saransk) sono stati sepolti in fosse comuni, 4.329 militari italiani (fonte Ministero della Difesa), tutti deceduti per un'epidemia da tifo e malattie intestinali. I  militari di Fiscaglia sepolti in  Russia, sono 16, così suddivisi: 10 di MassaFiscaglia, 4 di Migliarino, 2 di Migliaro. Grazie a fonti e testimonianze attendibili, è stato accertato che un gran numero di dispersi si è verificato proprio tra i militari, che durante le tante marce non hanno resistito al freddo e alle fatiche,  pertanto abbandonati lungo il percorso, senza nessuna possibilità di riconoscimento del luogo o della loro identità.

In generale oltre il 70% dei decessi, è avvenuto entro maggio 1943 e l'elevato numero dei Dispersi o sconosciuti, è dovuto dal fatto, che le registrazioni dei prigionieri nei campi, avvenivano anche dopo mesi e in modo approssimativo. Pertanto, se nel contempo avveniva il decesso, nulla rimaneva per identificare il militare, salvo l'eventuale recupero della piastrina di riconoscimento personale.5 Possiamo a questo punto affermare, che queste sono le drammatiche testimonianze di sofferenze, subite da centinaia di migliaia di Persone e in Noi deve essere sempre presente il Loro Ricordo.

Molto lavoro spetterà ancora agli Enti preposti, al fine di reperire altre notizie sull'intera campagna di Russia e basti pensare che fino alla caduta del muro di Berlino, non trapelò mai nulla sulla sorte dei militari di ogni esercito, caduti in territorio dell'ex URSS. Fino a quel momento, i limitati dati a disposizione, erano quelli del Ministero della Difesa Italiano e soltanto dopo l'apertura nel 1991, da parte del Governo Russo, degli archivi di guerra, è stato possibile recuperare ad oggi, 60.000 schede di militari italiani. Di questi 38.000 erano deceduti in prigionia e ora la loro posizione è stata variata da Disperso a deceduto.

Sempre a cura del Ministero della Difesa Italiano, i familiari dovrebbero aver ricevuto ad oggi, comunicazione riguardo ai relativi luoghi di sepoltura.  Speriamo questo sia avvenuto anche per i congiunti del territorio di Fiscaglia, che da anni aspettano ancora notizie dei loro cari scomparsi e mai dimenticati.

 

CI  RESTA  IL  NOME

 

Cimitero campale di Jasinovataja (Russia)1941. Al centro è sepolto Marchetti Delario di Migliarino.

                                                                                                                                                               Foto di famiglia

 

Note:

3)Data la vastità del territorio dell’Unione Sovietica, non è possibile riportare in una sola pagina i luoghi dei campi di prigionia o dei probabili cimiteri italiani ( parziali e in gran parte campali ). Notizie utili riguardo si possono trovare consultando il sito: /www.plini-alpini.net/ e /www.campagnadirussia.info/ . Infine il siti web di U.N.I.R.R e Onor Caduti ( campi di prigionia e fosse comuni in Russia )

4)Nella  località di Rada, oggi si trova un Cimitero Militare Italiano

5)Su come avvenivano le trascrizioni  dei nomi( spesso fuorvianti ) dei prigionieri italiani e del loro luogo di provenienza da parte dei russi, consultare il sito: /www.plini-alpini.net

 

Altri dati: L'intero corpo di spedizione era composto da 230.000 uomini (CSIR e ARMIR) e ad oggi i  Caduti risultano essere circa 91.000 (fonte Ministero della Difesa) tra morti e dispersi. Oltre 70.000 sarebbero stati fatti prigionieri; il rientro dei militari italiani iniziò alla fine del 1945 fino all’agosto 1946. Altri per vari motivi rientrarono in Italia in modo graduale fino al 1954. Segnaliamo il caso delle famiglie Buzzi che persero in Russia due fratelli, Renato e Ultimo Fiorindo, e due cugini, Attimo e James.

 

  

Germania  e  Prigionieri Internati   (I.M.I.)

 

  

( Il lavoro rende liberi )

 


Questo argomento era da noi conosciuto solo in modo limitato, è stato sviluppato e inserito nella Ricerca perché riguarda alcuni prigionieri Caduti nei nostri paesi. Precisiamo che l’argomento è alquanto complesso sotto vari aspetti, mai del tutto chiariti dallo Stato italiano ed altri, neppure durante tutto il dopoguerra e volutamente dimenticato. Questa situazione ha determinato nel tempo, importanti conseguenze per i prigionieri internati e noi abbiamo cercato di documentare i punti essenziali in questo capitolo. In un Elenco distinto, sono riportati i Nomi di 16 prigionieri Internati Militari Italiani (sigla I.M.I.), classificati in questo modo dalle autorità tedesche ai militari italiani, catturati dopo l'8 settembre 1943, perché avevano scelto di non combattere per l'esercito tedesco o di non aver aderito alla nuova Repubblica Sociale Italiana (R.S.I). In seguito a tale scelta, vennero deportati  in Germania, Austria e Polonia, in campi di lavoro forzato o tenuti in prigionia.

Oltre ai circa 650.000 militari6, i campi comprendevano: civili deportati per motivi politici, razziali, religiosi o altro, includendo anche lavoratori liberi, coatti e loro familiari. È importante sapere, che lo status di I.M.I, escludeva quest'ultimi dalla Convenzione Internazionale di Ginevra del 1929 sui diritti dei prigionieri di guerra, come a qualsiasi altro genere di assistenza e controllo da parte della Croce Rossa Internazionale, rendendo ben più gravi le loro sofferenze e condizioni di vita a qualsiasi livello.

Nell'immediato dopoguerra i Caduti I.M.I., insieme a tanti altri prigionieri, vennero sepolti in cimiteri precari (spesso fosse comuni e senza essere riconosciuti), situati in luoghi adiacenti ai campi di lavoro o prigionia e lasciati in quei posti per anni.

Soltanto nel 1954, una convenzione firmata dal Governo Francese e Tedesco con la collaborazione del Ministero della Difesa Italiano, Associazioni Cattoliche, la Città del Vaticano e la Croce Rossa Internazionale, permetteva la graduale conoscenza dei luoghi di prima sepoltura e il riconoscimento di un gran numero di Caduti, così da inumarli con precisione all’interno dei Cimiteri Militari Italiani d'Onore, già esistenti in Germania, Austria e Polonia. Ad oggi questi Caduti sono 16.079, così suddivisi nei cimiteri di queste località: Monaco di Baviera (1.400) Francoforte sul Meno (4.689) Berlino (1.150) Amburgo (5.072) Mauthausen-Austria (2.372) Bielany-Polonia (1.390).

I militari I.M.I. di Fiscaglia, ivi sepolti, sono 14 più un civile, così suddivisi: MassaFiscaglia 3, Migliarino 11, tutti in Elenco. Sono presenti, anche due fratelli nati e residenti a Migliarino, Sgarzi Romano e Amos, quest’ultimo deceduto a causa di un bombardamento aereo e traslato dopo anni nel Cimitero di Cornacervina. In questi cimiteri sono stati sepolti anche 151 donne, 46 neonati e bambini con meno di 13 anni, 95 ragazzi di età compresa tra i 14 e 18 anni.

Questo immane lavoro sui dati e di recupero delle salme dei Caduti, si rivelò comunque inutile per i congiunti degli stessi, poiché già dal 9 Gennaio 1951, il Governo italiano aveva varato la legge n. 204 che all’art. 4 stabiliva: “qualsiasi Caduto sepolto nei Cimiteri Italiani d'Onore non poteva più essere trasferito in Italia, ma  rimanere in quei luoghi per sempre , sotto la cura del Ministero della Difesa”.

Questa situazione  era ancora più aggravata dal fatto, che lo Stato italiano non informò mai direttamente i familiari che i loro Caduti, ormai dati per dispersi, avevano un preciso luogo di sepoltura. Questa assurda situazione si è protratta fino al 1999, dove dopo anni di ricerca e pressanti interventi sui parlamentari e  altre autorità civili, da parte del Sig. Roberto Zamboni, fondatore dell'Associazione “Dimenticati di Stato”, il Governo approvò, il 14 Ottobre 1999, la legge n. 365, che all'art.1 dava la possibilità ai familiari, di traslare i resti del Caduto in Italia.  

A cura del Ministero della Difesa, i congiunti dovrebbero aver ricevuto questa comunicazione e quella relativa al luogo di sepoltura, anche se ad oggi risulta che tale formativa non sia ancora terminata. Per completezza segnaliamo, come previsto dalla stessa legge, che le spese per la traslazione sono a carico degli interessati. Nell'Elenco specifico degli I.M.I., sono riportati in dettaglio per ogni singolo Caduto, il luogo di sepoltura e l’esatta posizione tombale. Speriamo che qualche congiunto o interessato, riconosca tra questi militari di Fiscaglia, di cui non ha mai ricevuto notizie da parte del Ministero della Difesa Italiano.

Un altro e ancora attuale aspetto, riguardante gli internati militari, è quello che dopo complesse e controverse vicende giuridiche tra Italia e Germania, portate avanti fino  ad oltre gli anni duemila, il Governo Tedesco parificò gli I.M.I. allo status dei prigionieri di guerra. In tal modo, la quasi totalità dei prigionieri internati è stata così esclusa dagli indennizzi economici dovuti  per il periodo di prigionia o lavoro forzato in stato di schiavitù.

Soltanto il prigioniero, internato in un campo di sterminio (denominato K.Z.), sempre secondo una legge del Governo Tedesco, ha diritto ad un' indennizzo. Null’altro è dovuto ai prigionieri internati a qualsiasi altro titolo.

Crediamo purtroppo, che la sentenza della Corte Internazionale dell’Aja del 3 Febbraio 2012, che ha confermato l'immunità della Germania alle azioni risarcitorie promosse avanti i Tribunali dalle vittime del nazismo appartenenti ad altri paesi, abbia messo la parola “fine” a quanti speravano in un dovuto risarcimento a seguito di tale periodo di prigionia.

 

ELENCO   I. M. I.  DI  FISCAGLIA *

Anteghini  Appio . Bondi  Luigi . Cavazza  Giuseppe (civile) . Donati  Bruna (civile) . Finetti  Estevaldo  Finetti  Rosmar . Frighi  Antonio . Gardenghi  Vittorio . Monesi Giuseppe . Poletti  Alighiero . Righetti Ermanno . Rizzati Gelmino Nello . Sgarzi  Amos . Sgarzi  Romano . Tavani Giuseppe Giovanni . Vecchi Vittorio . Zaffoni  Arduino.

* Tutti i dettagli degli I.M.I. sono nell'Elenco dedicato

 

Tra i  civili deportati in Germania7, la sola  accertata come I.M.I  è  Donati Bruna nata a MassaFiscaglia, sulla quale per ora non abbiamo ulteriori notizie rispetto a quelle in Elenco. Stessa cosa per Cavazza Giuseppe , 19 anni di Migliarino, mai tornato in Italia, per il quale anche le successive ricerche da parte dei familiari riguardo la sua sorte si sono dimostrate vane.

Testimone ancora vivente degli internati militari è Guidi William, nato a Migliaro nel 1923 e ancora oggi lì residente. Catturato in Croazia, poche settimane dopo l'8 settembre 1943, venne deportato in Germania nel “noto” campo di lavoro forzato, prigionia e sterminio di Buchenwald, dove in seguito gli venne assegnato il numero di “pezzo” (così erano classificati i deportati) 32.571.

In quei campi di prigionia, come testimonia il Sig. Guidi, tutti gli uomini erano legati dallo stesso precario destino di vita ; italiani, ebrei, russi, croati, serbi, polacchi, francesi, svolgevano lo stesso lavoro forzato, condividevano le stesse baracche e la stessa tragica sorte. Tuttavia nonostante parlassero lingue diverse, quelle Persone, prima nemiche in guerra, cercarono  in qualche modo di comunicare tra loro, al fine di scambiarsi piccoli aiuti o gesti di solidarietà, poiché quella tragica aberrante condizione umana, li univa al di là delle loro ideologie o bandiere di appartenenza.

Ancora oggi per lui, è difficile parlare di quel periodo della sua vita, che ha sempre cercato di dimenticare, nel quale  appena ventenne ha visto e vissuto vicende di tanta incredibile crudeltà.

Storie continue fatte di fame, malattie, morte o peggio ancora. Tutt'ora nella società, alcuni cercano di cancellare tali testimonianze, sia quelle fisiche  ma soprattutto le sofferenze umane provocate dalle follie ideologiche dell’uomo, come se tutto non fosse mai accaduto. Questo, può essere considerato tanto grave, quanto gli stessi crimini commessi da più parti.

Per sua fortuna il Sig. Guidi è sopravvissuto e senza mai riuscire a dare notizie sulla sua sorte ai   familiari, è stato liberato dagli americani l'8 Maggio 1945 e tornato a Migliaro il 29 Luglio dello medesimo anno, ultimo di tre fratelli già tornati a casa dalla guerra.

 

“Vissero  il Loro  destino  come  in  un  sogno  senza  sapere  chi  fossero o  cosa fossero. Forse accade la stessa cosa a noi.”  

                                                                                                                    J.L. Borges- Elogio dell'ombra

 

Note:                              

6) Fonti ufficiali sul numero esatto degli internati militari e civili in Germania ancora oggi non esistono. Vengono considerati attendibili i dati concordati tra Italia e Germania con calcoli fatti tra il 1946/47 che sono i seguenti: militari in Germania, Austria, Polonia (550.000) altri 100.000 in campi nei Balcani, oltre a 30.000 civili quasi tutti deportati in Germania. Precisiamo che verso la fine del 1944 gli I.M.I. in gran parte vennero classificati dal governo  tedesco lavoratori civili per essere così utilizzati in qualsiasi genere di lavoro. Di tutti questi oltre 44.000 risultano mai più tornati in Italia. La fonte di quest’ultimo dato è di Roberto Zamboni (www.dimenticatidistato.com)., tramite l'accesso all’Ufficio Informazioni Vaticano per i Prigionieri di guerra. Altre notizie e nomi sui deportati in Germania si trovano sul sito web dell’ANRP (Albo I.M.I. i lager degli italiani)

7)Testimonianze riguardanti Donati Bruna e Cavazza Giuseppe sono riportate  nel menù principale alla voce ”Lettere-Testimonianze-Notizie”, dove è pubblicata l'ultima lettera di Cavazza Giuseppe alla famiglia prima della sua definitiva scomparsa. Vi invitiamo a leggerla, perché altre testimonianze potrebbero essere utili per risalire alla sua sorte.

 

FRONTE  ITALIANO

 

Per ultimo abbiamo lasciato il fronte Italiano, perché proprio sul nostro territorio, la guerra ha lasciato le peggiori ferite, sia civili che militari impegnati nel conflitto.  I fatti politici, accaduti dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, hanno portato un totale sconvolgimento nelle forze armate, tale da determinare sui militari stessi, scelte di campo forzate, volontarie o ideologiche, fondamentali per la loro sorte fino al termine della guerra.

Stessa cosa possiamo dire sia avvenuta per i civili, uomini o donne, che per loro libera scelta hanno intrapreso un lungo periodo di lotta e resistenza interna, che ha provocato cruenti combattimenti in tutta Italia. Come detto in premessa, nella Ricerca, non saranno presenti riferimenti a scelte personali  intraprese in quel periodo, ma i fatti accaduti fanno  parte della nostra storia e ne vanno valutate le tragiche conseguenze.

 

E' innegabile, che dopo tale data e con l'invasione di armate tedesche in Italia, si determinò un vero nuovo fronte di guerra interno, forse più grave di quello tra l'esercito tedesco ed alleato.  Gli italiani si sono trovati a combattere anche tra loro, una “vera e propria guerra civile”, che ha dilaniato il nostro territorio con episodi di forte violenza. La guerra civile, apre profonde ferite a chi ne partecipa direttamente, perchè il nemico da combattere fino all’estremo, può essere una persona del proprio territorio o paese, magari un amico di gioventù, che la guerra e le opposte ideologie dividono per sempre.

Anche quando tutto si conclude, rimane nell'animo quel senso del passato nemico, che per ragioni valide o meno, possono condizionare pure altre generazioni. Le guerre vanno valutate e giudicate anche per questo, dalle grandi battaglie che hanno lasciato sui fronti migliaia di morti, ai “cruenti fatti interni” nei nostri territori, con tante vittime che non andrebbero mai dimenticate.

La nuova realtà dei fatti e la situazione del  periodo, conducono a nuovi elementi di riferimento all’interno degli Elenchi dei Caduti. Sono quelli dei:  militari infoibati , civili per fatti cruenti locali ,  dei fucilati8 e delle  vittime dei bombardamenti aerei. In conclusione di questi argomenti, abbiamo elencato tutti i Nomi delle persone coinvolte, mentre le notizie e fotografie, sono riportate nei rispettivi Elenchi e nell'Album fotografico della ricerca.

Tra i Caduti del nostro territorio, abbiamo anche due infoibati durante le tragiche vicende dell'esodo giuliano-dalmata sul confine Italia-Jugoslavia, sono: Farinatti Antonio9 di Migliaro, finanziere nella stazione della Guardia di Finanza di Parenzo (Istria), infoibato nell'ottobre 1943 e Vecchi Teobaldo di Migliarino, carabiniere in servizio nella caserma di Pèdena di Pisino (Istria centrale), infoibato nel giugno 1944.

Nelle stesse circostanze troviamo un'altra vittima di Migliarino (non infoibato), Marchioni Oves Ugo, finanziere nella stazione di Matteria sul Carso (Fiume), caduto durante un attentato nel gennaio 1944.

Note:

8)Sul libro e  sito web “Albo d'Oro dei Caduti ferraresi” di Gian Paolo Bertelli,  sono riportate date e notizie sui  fucilati civili della provincia di Ferrara e sui Caduti  appartenenti  a : formazioni partigiane , altri combattenti a vario titolo,  aderenti alla R.S.I. Altre notizie, si possono trovare sul sito web e libro di Andrea Poggiali “I segni della guerra” vol. I-II, oppure riferiti alla sola località di MassaFiscaglia sul libro “ MassaFiscaglia dalla Resistenza alla Riforma Agraria 1945-1955” pubblicato dallo stesso Comune nel 2008.

9) La documentazione relativa è consultabile negli archivi del Comune di Fiscaglia, località Migliaro

 

LE  VITTIME  CIVILI

 ( Fatti cruenti locali e fucilati )

 

Le vittime civili da noi accertate, cadute per fatti cruenti, verificatisi nel nostro territorio Comunale nei giorni 24 - 25 - 26 Aprile 1945 e settimane seguenti, la cui morte è stata causata da ferite da arma fuoco, sono 10. Tutti sono riportati nell'Elenco di Migliarino10   Altre tre vittime per fatti di guerra non definiti, ma in date comprese tra il giugno e luglio 1944, sono riportate nell'Elenco di MassaFiscaglia e un'altra del 30/11/1944 nell'Elenco di Migliaro..

I giovani fucilati di MassaFiscaglia sono tre, uccisi in provincia di Perugia il 3 Aprile 1944, insieme ad altri due coetanei11  Bolognesi Raul nato a Ostellato e Cremonini Virgilio nato a Codigoro. In seguito, vennero  sepolti in loculi adiacenti nel cimitero locale, accanto a Zanellati Antonio, vittima in uno scontro a fuoco sul fronte Italiano. I fucilati di Migliarino sono quattro ed uno di Migliaro, quest'ultimi con esecuzioni eseguite rispettivamente a Copparo e Codigoro.

Sono tutti sepolti nel cimitero di Migliarino, insieme ad altri due Caduti. Il primo, Marzola Renato, durante la lotta di resistenza e il secondo, Guaraldi Ennio, in seguito a malattia. Il dato completo è di 57 Vittime civili così suddivise : MassaFiscaglia 11,  Migliarino 38 ,  Migliaro 8, Caduti per le cause sopra menzionate (tre per malattia) e le vittime dei bombardamenti aerei. Il “tragico totale” del fronte Italiano arriva a 97 Caduti(sei i Dispersi) e comprende oltre ai civili , militari e combattenti appartenenti a varie formazioni partigiane ed altre della lotta di resistenza in genere e tutti i contendenti di quest'ultimi a vario titolo. Sono così suddivisi per località : MassaFiscaglia 25, Migliarino 59 e Migliaro 13.

Nessun fronte di guerra è arrivato a tanto e sarebbe bene ricordare questi dati reali, a dimostrazione che la Guerra nei nostri paesi è stata veramente cruenta e devastante. Nell'album fotografico della guerra 1940-1945, sono state inserite le foto a nostra disposizione, dei Caduti in quelle tragiche circostanze ed altre di militari su vari fronti di guerra.

Gran parte dei Nomi riportati negli Elenchi, sono incisi nelle Lapidi e Monumenti dei nostri paesi , commemorati durante le Feste Nazionali, purtroppo con sempre meno cittadini presenti. Causa di questo, l'età più che matura di tanti, il distacco generazionale tra chi ha vissuto in prima persona la guerra ed i giovani, che poco conoscono dei due conflitti mondiali e della sorte dei Caduti dei loro paesi. Da ultimo, le opposte e non condivisibili ragioni storico-politiche, che hanno determinato il secondo conflitto mondiale,  spesso ancora oggi,  fonte di interni e considerevoli contrasti.

Tali tragiche “ragioni” , che ancora non hanno trovato pace, pensiamo  portino gradualmente a dimenticare il nostro recente passato e con esso il Ricordo dei Caduti di Fiscaglia. Per questo motivo riteniamo sarebbe auspicabile, cercare almeno una possibile conciliazione degli animi e alimentare ben altre “ragioni”, per migliorare il futuro nella nostra società.

 

LE VITTIME

INFOIBATI PER FATTI CRUENTI LOCALI FUCILATI
Farinati Antonio anni 38 Arienti Virginio anni 43 Bacchiega Witter anni 29
Vecchi Teobaldo anni 37 Barbieri Germano anni 55 Brunelli Italo anni19
  Bargellesi Idolo anni 46 Chiarioni Galliano anni 19
  Borsetti Arcangelo anni 51 Finetti Edoardo anni 19
  Contini Aroldo anni 47 Mazzanti Bruno anni 32
  Ferri Menotti anni 48 Robustini Renato anni 26
  Liverani Lino anni 53 Villa Gino anni 17
  Luciani Alberto 40 Zerbini Nevio anni 30
  Luciani Armando anni 43  
  Menegatti Angelo anni 49  
  Morelli Aures anni 24  
  Saladini Ennio anni 47  
  Tabacchi Ultimo anni 42  
  Toto Alfredo anni 58  

 

Note:

10) Archivio Comunale di Migliarino, sono comprese le tre vittime della zona di Migliaro

11) Non sono presenti negli Elenchi, ma riportati nell’Album fotografico dei Caduti

                                                                                                                                                                                                    

                                                                          

I  BOMBARDAMENTI  AEREI

 

 

I civili12 Caduti a causa dei bombardamenti aerei alleati sono 31 e questo tragico dato, crediamo, sorprenda per l'elevato numero fino ad ora in gran parte sconosciuto. Le vittime sono così suddivise:  4 di MassaFiscaglia, 22 di Migliarino, 5 di Migliaro , con il triste contributo di 7 donne , una bambina di 6 anni e una ragazza di  14.  Particolarmente grave è stato il bombardamento su Migliarino del 31 Gennaio 1945, dove alle ore 11 in Vicolo Pesa (l'attuale Piazzetta delle Erbe),  persero la vita otto persone con altre due  in via Travaglio. Non da meno il bombardamento del 7 Marzo 1945  ancora in via Travaglio , che ha provocato altri cinque morti. Due di questi erano fratello e sorella, Feggi Guido e Nicolina, rispettivamente di 2 e 14 anni, insieme alla madre Fogli Stella. Sempre nello stessa circostanza venne colpito lo Zuccherificio del Volano, dove perirono due dipendenti dello stabilimento, Guerra Antonio e Nardini Giuseppe. La zona maggiormente bombardata è stata proprio via Travaglio, dalla località Vallicella ad oltre la zona l'acquedotto Comunale di Migliarino e alla fine i morti saranno ben undici. I  principali motivi erano lo zuccherificio e una stazione radiotrasmittente tedesca, posizionata tra le abitazioni vicine al ponte sul Po di Volano a Migliarino , tra l'altro  mai colpita dagli aerei alleati. I giovani vittime delle incursioni aeree, al di sotto dei 18 anni sono cinque. I bambini sono tre: Folegani Marcello, Fini Maria Cesarina , rispettivamente di 7 e 6 anni e il già citato Feggi Guido di 2.

Infine un neonato di MassaFiscaglia, Canè Giorgio di 2 mesi, nato all’ospedale di Tresigallo e in seguito trasferito in quello di Copparo, dove trovò la morte durante il pesante bombardamento sul centro del paese il 30-01-1945.  La guerra purtroppo uccide anche chi non è ancora in vita, infatti Franceschini Elide era incinta di sette mesi e già madre di sette figli, quando perse la vita a causa del bombardamento del 31 Gennaio 1945 a Migliarino. Altre conseguenze sono i “fatti di guerra”, cioè quei casi mai ben accertati ma che lasciano altre vittime sul campo. E' il caso del tredicenne Grazi Angelo, ucciso da un militare tedesco in circostanze  mai chiarite, nella sua stalla di Cornacervina (nelle vicinanze di via Copparo) il 22 agosto 1944.Possiamo anche affermare, che poche incursioni aeree avevano uno scopo  strategico militare, sul punto basti ricordare i casi di Mazzini Davide e Mellacini Giuseppe, colpiti in zona di campagna a MassaFiscaglia, così come Benini Natalino di Migliaro.

Ringraziamo il Sig. Fini Pasquino di Migliarino (all’epoca e ancora oggi residente in via Travaglio), che attraverso le sue testimonianze ancora ben vive di quelle tragedie, ci ha permesso di risalire ad altre vittime, in buona parte dimenticate. Il Sig. Fini ricorda quei momenti in cui, come per un gioco, si divertiva a guardare gli aerei in cielo inconsapevole, come tanti, del pericolo mortale imminente. Non era per nulla un gioco la sera del 21 Marzo 1945, quando la sua casa venne distrutta durante un bombardamento aereo e la sorellina, Maria Cesarina di sei anni rimase sotto le macerie, insieme ai vicini di casa (padre e figlio) Ferraresi Francesco e Pietro, mentre Pasquino per puro miracolo si salvò. Un'altra vicina, Rocchi Carmelina di anni 80, morirà per le ferite riportate all'ospedale di Tresigallo il giorno dopo. Fortuna, sfortuna, miracolo, pochi secondi prima o dopo, possono fare la differenza tra la vita e la morte, tra i militari in una vera battaglia, per i civili sotto un  bombardamento aereo.

Questa è la guerra, semplice ma cruda e amara constatazione. Poco conta se erano aerei alleati, in guerra è determinante il solo risultato finale, a costo di colpire anche la popolazione civile ed i nostri paesi, come abbiamo visto, hanno lasciato sul campo un lungo e triste contributo di vittime innocenti. Le tragiche conseguenze continuano anche a guerra finita, è il caso di Ferraresi Giacomo di 6 anni , che a causa di un'esplosione di un'ordigno bellico, trovato casualmente, perse la vita il 28 novembre 1945 in via S. Bartolomeo a Migliarino. Tutto quanto è la prova reale, che la guerra colpisce senza tanti scrupoli o remore per arrivare al suo scopo finale e nessun titolo è più significativo per definire questi Caduti,  le vere Vittime Innocenti. Crediamo, possano essere prese a Loro doloroso simbolo, le fotografie delle donne e dei bambini che pubblichiamo a termine di questo capitolo.

Nota:

12) Confidiamo su altre testimonianze o precisazioni sui Caduti civili sotto i bombardamenti aerei perché riteniamo che il quadro non sia ancora completo.

 

 

LE  VITTIME

 

Bellinazzi Raul anni 20

Feggi Guido anni 2

Guerra Antonio anni 48

Benini Natalino anni 18 Feggi Nicolina anni 14 Leonardi Mario anni 29
Bortolai Ottavio anni 51 Ferraresi Francesco anni 49 Mantovani Gaetano anni 61
Bulgarelli Augusto anni 35 Ferraresi Pietro anni 17 Marchioni Mario anni 16
Buzzoni Eutemio anni 68 Fini Maria Cesarina anni 6 Mazzini Davide anni 68
Callegari Antonio anni 54 Fogli Stella anni 33 Mellacini Giuseppe anni 47
Canè Giorgio mesi 2 Folegani Marcello anni 7 Nardini Giuseppe anni 52
Denti Cesarino anni 17 Franceschini Elide anni 36 Righetti Ebe anni 55
Deseri Lucia anni 30 Giuliani Olga anni 56 Rocchi Camelina anni 80
Dolcetti Enrico anni 13 Grossi Leonida anni 21 Scabbia Primo anni  55
    Spada Anna Nola anni 56

 

 

 

La guerra, un inferno in terra che gli uomini si sono creati da soli”

                                                                                                                                                                                     Robert Capa

 

  

LUOGHI  DI  SEPOLTURA

 

Per approfondire la Ricerca e per una maggiore comprensione del periodo storico considerato , abbiamo inserito una serie di dati e indicazioni, riguardo ai luoghi di sepoltura dei Caduti militari italiani e stranieri durante le due guerre mondiali. Crediamo, che i luoghi di sepoltura siano una testimonianza concreta dei  fatti storici in esame e abbiamo scoperto che in Italia, vi sono  108 Sacrari e Cimiteri Militari, in circa 50 di questi luoghi , sono stati sepolti militari stranieri Caduti in Italia13. Su questo punto, ci siamo limitati a visitare i nostri Cimiteri Comunali ed a dire il vero, non ci eravamo accorti fino ad oggi, della sepoltura di tanti Nostri  Caduti. I Cimiteri di MassaFiscaglia, Migliarino, Cornacervina e Gallumara, possono essere considerati, come locali Cimiteri Militari di guerra. La maggior parte di Loro, sono tumulati in tombe di famiglia, spesso in forma riservata e anche chi non è ivi sepolto per varie cause, viene ricordato dai familiari con foto o date in Suo ricordo. Se le spoglie dei militari e civili si potessero raccogliere in un unico luogo, sarebbe come avere un vero Sacrario del  territorio, a reale dimostrazione delle tragedie vissute il secolo scorso nelle nostre località. Un luogo, dove in una unica  Lapide andrebbero incisi  i Nomi dei 695 Caduti in guerra di Fiscaglia, così da imprimere nelle mente di tutti, il Loro Ricordo. In questo modo, anche il pensiero verso i numerosi mutilati, orfani, vedove e familiari, rimarrebbe più vivo e presente in Noi. Un limitato ma significativo esempio di tutto questo, si trova al Santuario delle Corba, dove targhe in metallo, ben conservate e fissate sul muro laterale della Chiesa, riportano tutti i nomi dei Caduti di MassaFiscaglia nella guerra 1915-1918. In Italia, questi tragici percorsi di guerra sono ben visibili e gli scettici o dubbiosi, possono verificare personalmente se “i numeri” sembrano ancora troppo alti o “gonfiati”.

Per molti, tali percorsi, possono rappresentare un doveroso omaggio in Ricordo delle tante vittime di guerra. Invitiamo i giovani a dedicare un po’ di tempo alla lettura di questa Ricerca e ad altre più approfondite, perché come già ricordato, solo la conoscenza del passato può migliorare il presente ed il futuro della società . I “nostri maledetti numeri”, vanno elencati solo per ricordare i Caduti in Guerra. Devono riempire la mente non gli archivi.

La vita dei morti è riposta nella memoria dei vivi” 

Cicerone

MassaFiscaglia

Muro laterale del Santuario della Corba. Ogni Targa riporta il Nome di un Caduto della guerra 1915- 1918.

Nota:

13) Militari stranieri della seconda guerra mondiali Caduti e Sepolti in Italia: Forze Armate degli Stati Uniti d'America 12.264 -  Forze Armate del Regno Unito e Impero Britannico 45.469 - Forze Coloniali Francesi 6.210 -  Forze Armate della Polonia 3.980 - Forze Armate Germaniche 100.043 .

 

 

IL TERRITORIO DI FISCAGLIA TRA LE DUE GUERRE MONDIALI

 

 

Crediamo sia uscito un aspetto interessante durante questo lavoro e non del tutto conosciuto: quello relativo alla vita delle comunità nel nostro territorio durante le due guerre mondiali. MassaFiscaglia, Migliarino e Migliaro, hanno vissuto un fenomeno comune di un certo rilievo, che riguarda le migrazioni interne e quelle verso altri Comuni. Osservando con attenzione i nostri Elenchi, vediamo che sono presenti Caduti provenienti da altri Comuni della Provincia di Ferrara e anche da diverse regioni.

Se valutiamo a fondo le condizioni economiche generali del nostro paese all’epoca, (tra le classi contadine si sfiorava la povertà assoluta), il basso livello scolastico (notevole il numero di analfabeti), i mezzi di trasporto, comunicazione e informazione, fatichiamo a comprendere come ci si potesse muovere dal proprio luogo di residenza verso un altro. Veramente un gran salto nel buio per intere e numerose famiglie, che correvano veramente il rischio di precipitare in una condizione di vita economica e sociale drammatica. In tutto questo ci sembra di capire, che nonostante tutto, il pensiero dell’integrazione sul nuovo territorio fosse l’ultimo dei problemi da affrontare. Probabilmente erano spinti, dall’idea (o speranza) che anche per i residenti di quei luoghi, l’immigrazione fosse considerata un’opportunità per lo sviluppo del territorio stesso e non un fenomeno in negativo. Tra i Caduti dei nostri Elenchi, abbiamo osservato che 31 di questi erano nati nei  due ex Comuni  e trasferitesi successivamente tra i nostri tre paesi; mentre 141 erano immigrati da paesi limitrofi,  2 da fuori provincia e 20 da altre regioni. I nostri concittadini, che hanno fatto lo stesso percorso in senso opposto, sono oltre 200, anche se i cambi di residenza (soprattutto in riferimento ai Caduti nella Guerra 1915-1918) richiedono tempi di ricerca più approfonditi. Noi ci siamo basati sui dati raccolti negli Elenchi Completi, che riportano i nominativi di tutti i Caduti nati nei due nostri ex Comuni (e non più residenti  al tempo del decesso), che in totale risultano essere 266. Insomma, un quadro generale articolato di persone e famiglie, dove l’unica cosa certa erano le condizioni di vita dura prima delle due guerre mondiali e ancora peggiori nell’immediato dopo guerra. Appare chiaro, che è sempre esistito nel nostro territorio un movimento interno e di migrazione di persone, che nel tempo hanno costituito una comunità più allargata rispetto a quella di ogni singolo paese. Una cosa è certa, i nominativi dei Caduti, rinvenuti grazie alla Ricerca, sono da noi considerati come appartenenti alla Comunità di Fiscaglia e speriamo che rappresentino un nuovo valore per i cittadini d’oggi.

 

STORIE

 

A LUCIA

 

Vorremmo portare alla Vostra conoscenza, un semplice gesto di grande valore e umanità, in mezzo alle tante sofferenze delle guerre.

Un gesto, che ancora oggi, nella nostra società  deve far riflettere a fondo per la sua generosità. Il fatto riguarda il Sig. Guidi William di Migliaro, come già detto, deportato militare in Germania dopo l'8 settembre 1943. Insieme a migliaia di altri militari catturati dai tedeschi, era in partenza dalla stazione ferroviaria di Venezia verso una destinazione a lui sconosciuta. In fila assieme ad altri prigionieri, stava aspettando di essere caricato su vagoni merci per essere deportato, in mezzo ad una situazione generale fatta di grida, lamenti e comandi militari di ogni genere. Sui marciapiedi e piazzali della stazione, erano presenti civili che cercavano tra i militari il proprio congiunto, per portargli qualche genere di conforto prima del lungo e ignoto viaggio.

E' proprio in quel momento, che il Sig. Guidi scrisse alla meno peggio su un pezzo di carta il suo nome ed indirizzo, specificando ai suoi familiari, che stava per essere trasportato in un campo di prigionia e  avrebbe in seguito dato sue notizie, cosa che non avvenne mai.  Avvolse  nel pezzo di carta anche la sua catenina d'oro e buttò questo sul marciapiede, dove una giovane sconosciuta, Lucia (nome di fantasia)  lo raccolse. William ebbe solo il tempo a gridare a Lucia, che poteva tenersi per se la catenina d'oro, pregandola di spedire il foglio ai suoi genitori. Lucia non ebbe nemmeno il tempo di parlare , il convoglio ferroviario partì,   destinazione Buchenwald. Tornato a Migliaro il 29 luglio 1945, i genitori gli mostrano il messaggio che avevano ricevuto da Lucia e pure la catenina d'oro che non si era tenuta per sé. In quel periodo di tanta miseria, l'oro poteva dare un grande aiuto a chiunque, ma evidentemente Lucia aveva considerato più importante, il confronto con la propria coscienza rispetto ad altro, comprendendo tutta la sofferenza altrui. Il desiderio mai avveratosi del Sig. Guidi, è sempre stato quello di incontrarla e ringraziarla per quel suo gesto di valore e speranza, al di là di tutte le sofferenze che aveva vissuto appena ventenne.

Siamo sicuri, che ci saranno state tante altre Lucia o Luca tra i militari e civili in una qualsiasi altra parte d'Italia o del mondo, sconosciuti ai tanti, senza aver mai ricevuto un semplice grazie da nessuno. Noi ringraziamo Lucia, ci fa... pensare.

 

Non esistono Eroi anonimi

“Vi chiedo una sola cosa: se sopravvivete a questa epoca non dimenticate. Non dimenticate né i buoni né i cattivi. Raccogliete con pazienza le testimonianze di quanti sono caduti per loro e per voi. Un bel giorno oggi sarà il passato e si parlerà di una grande epoca e degli eroi anonimi che hanno creato la storia. Vorrei che tutti sapessero che non esistono eroi anonimi. Erano persone, con un nome, un volto, desideri e speranze, e il dolore dell’ultimo fra gli ultimi non era meno grande di quello del primo il cui nome resterà. Vorrei che tutti costoro vi fossero sempre vicini come persone che abbiate conosciuto, come membri della vostra famiglia, come voi stessi”.

     Scritto sotto la forca da Julius Fucik, Eroe della resistenza cecoslovacca impiccato a Berlino 08-09-1943

 

CHE  C’IMPORTA  DEL  TEMPO

 

A cosa è riferita questa nostra affermazione? Ci siamo chiesti a questo punto e lo chiediamo a tutti, se il passare del tempo, ha fatto perdere di valore il senso di traslare i resti di un Caduto, sepolto in cimiteri lontani, al fine di riportarlo nel Nostro territorio.  Magari fino ad oggi  questa domanda non se l’è mai posta nessuno, nemmeno le Istituzioni Pubbliche e vorremmo capire, cosa ne pensano i cittadini su questo argomento.

Interessante sarebbe ascoltare il parere dei giovani e speriamo di stimolarli, per avere il loro contributo in questa Ricerca. Come volontari cerchiamo ora di esprimere il nostro pensiero a riguardo.

I Militari Italiani e quelli del nostro territorio, sepolti ancora oggi nei vari cimiteri curati dal Ministero della Difesa, riposano in luoghi dignitosi della Loro Memoria, cosa che non possiamo dire, per quelli rimasti in territorio dell’ex U.R.S.S., per ragioni in parte spiegate nella Ricerca.

Da cittadini (diverso invece il ruolo  dell’Istituzione Pubblica) potremmo affermare,  che conta il solo volere dei familiari o interessati, evitando in questo modo di esprimere ciò che faticosamente stiamo cercando di spiegare. Ma i Caduti in guerra, sono solo un caso familiare o in qualche modo il Loro sacrificio può rappresentare un intero territorio, una comunità? In altre parole fanno ancora parte di Noi?

Se condividiamo il valore della solidarietà personale e collettiva verso Persone mai conosciute, la riconoscenza e rispetto  tra generazioni diverse, la risposta può essere una sola: “Sì, ancora oggi ci rappresentano” e Noi per dimostrare la nostra vicinanza, dobbiamo fare qualcosa.

Negli Elenchi, si può osservare che 19 dei Nostri militari sono sepolti nel Sacrario Militare di Bari14 mentre altri 40 nei vari Cimiteri Militari in : Russia (17) - Germania (13) - Africa (2) -  Austria (2) -  Polonia (1) - Francia (1) - Albania (1) - Spagna (1) - Istria (1) – Eritrea(1).

Pertanto, se veramente lo volessimo, potremmo traslare i resti di un Caduto per farlo riposare vicino a Noi. Certo potrebbe sembrare, solo un gesto simbolico, ma in questo modo rimarrebbe la dimostrazione concreta , del ricordo che una Comunità ha ancora verso i tanti Caduti perduti durante le guerre mondiali. Idealmente quei poveri resti, potrebbero rappresentare tutti gli altri sepolti in luoghi sconosciuti e lontani dalla loro terra di origine.

Ora, se i cittadini di MassaFiscaglia, Migliarino e Migliaro, si riconoscono in questa linea di principio possono cercare di portare a termine questo delicato percorso. Il ragionamento vale naturalmente anche per i militari caduti nella Prima Guerra Mondiale, ma al momento non conosciamo, riferimenti utili che riguardino i luoghi di sepoltura all'estero.

Abbiamo così espresso, il senso dell’affermazione iniziale “che c’importa del tempo”; ora aspettiamo il Vostro pensiero a riguardo e  invitiamo vivamente chiunque a interagire, consultando

Nota:

14) Nel Sacrario Militare Italiano di Bari, sono sepolti (compreso gli sconosciuti) poco meno di 75.000 militari italiani, provenienti in gran parte da vari fronti e prigionia della guerra 1940-1945 e anche militari della guerra 1915-1918.  

 


 

Esumazione di militari italiani Caduti in Russia, località di Bachmutkin presso il fiume Don.

     Foto  U.N.I.R.R. (2013)

 

CONSIDERAZIONI

Osservando  gli Elenchi dei Caduti delle due guerre mondiali, non può sfuggire l'età di tanti giovani militari, specie di quelli della Grande Guerra 1915-1918, a dimostrazione che le guerre sono principalmente a discapito dei giovani. Un gran numero di questi ha appena superato i 20 anni,  non mancano quelli di 19 e neppure quelli di 18: insomma in guerra, contano solamente i numeri degli uomini e nient'altro. Le generazioni non fanno testo, tutti in fila nel gruppo a qualsiasi costo, nessuno ha valore. Proviamo ad immaginare il dramma e la paura di un giovane di 20 anni  dell’epoca, non così dissimile da un giovane d'oggi. Addestrato in poche settimane e gettato in campi di combattimento sconvolgenti, spesso  con attacchi all'arma bianca, contro militari anziani e preparati all'uso delle armi. Giovani contro giovani, uomini maturi contro giovani in duelli mortali, dove ciò che contava era solo salvare la propria vita.

Prima di scontrarsi, i loro sguardi si incrociavano per un attimo e chissà cosa passava loro per la mente. Pensiamo  a chi, in pochi istanti doveva prendere decisioni determinanti per la vita o la morte dei suoi compagni o comandato ad eseguire cose che mai avrebbe voluto fare. La guerra, non è una sola questione di strategie e piani studiati sulle carte dai comandi militari. È una tragica situazione, nella quale se molti uomini muoiono, molti uomini uccidono, non solo l'uniforme nemica, ma una Vita e per sempre.

 

 

Si perchè la guerra, trasforma l'uomo cancellandone anche la propria coscienza. Queste cause, hanno segnato il fisico, la mente e appunto le coscienze di intere passate generazioni. Ancora oggi, non ci si rende conto, di quanti non abbiano mai superato quei traumi personali, chiamati le mutilazioni dell’anima, poiché questi vengono dimenticati per sempre dalla società.

Ecco cosa hanno vissuto molte Persone di Fiscaglia ed alcuni di loro, sono ancora inascoltati testimoni di quelle tragedie. Ma del resto, è risaputo, che le guerre non insegnano mai abbastanza alle generazioni successive, specie a quelle politiche. Già negli anni 50, 60 ed oltre, in più di un'occasione si è rischiato un nuovo conflitto mondiale e solo la scoperta e il terrore globale di usare armi nucleari, ha evitato lo scontro diretto tra nazioni.

Oggi, le generazioni, che non hanno  vissuto direttamente le guerre e proprio per questa ragione, crediamo abbiano il modo di capire e valutare al meglio i fatti storici avvenuti. Dovranno comunque, sempre tener presente i nostri Elenchi, come i tanti altri in Italia, in Europa e nel resto del mondo. Il Ricordo di Tutti i Caduti in guerra, deve servire a mantenere viva la conoscenza delle tragedie passate e cercare altri percorsi civili per raggiungere la convivenza tra i popoli.

 

Tutto  quanto  a  cosa  è  servito?”

 

 

DI  LORO  COSA  RIMANE ?

 

Come volontari, a questo punto ci siamo posti la domanda: “di Loro cosa rimane”?. Durante la Ricerca, abbiamo provato a mettere in fila, come una sorta di continuità tra generazioni, alcune foto di uomini e giovani dal 1915 al 1940. Il colore delle foto è irrilevante, come pure il fatto che il Caduto appartenga ad un’epoca o ad un’altra. Il legame tra il nostro territorio e la vita di queste persone è sempre vivo ed è stato interrotto solamente dalle guerre, che ne hanno determinato la fine, lasciando solo tragedie personali e sociali.

Pensiamo ai tanti militari di, MassaFiscaglia, Migliarino e Migliaro, che hanno perso la vita sul Montello, sulle pietraie del Carso, sui fiumi Isonzo, Tagliamento e sul Piave, ai “ragazzi del 99”. Pensiamo a coloro che a distanza di pochi anni hanno fatto la stessa fine ad El Alamein, ai tanti Dispersi in Russia, o sui vari fronti di guerra e nei campi di prigionia. A quelle famiglie, che hanno visto partecipare alle due guerre mondiali, prima i padri e poi figli, in alcuni casi perdendo entrambi.

Infine, come dimenticare chi ha combattuto nella nostra “guerra civile”, i fucilati, gli infoibati, i civili caduti sotto i bombardamenti aerei , le vittime di altre violenze . A causa delle guerre, non abbiamo avuto l’opportunità di conoscere tante persone, che sarebbero state nostri concittadini e che avrebbero dato il loro contributo alla nostra società.

Se questa limitata Ricerca, aperta al futuro contributo di tutti, servirà ad una  maggior presa di coscienza del nostro recente passato, potremmo affermare di aver raggiunto un piccolo positivo risultato. Nel caso contrario, i dati ed i nomi elencati rimarranno “aridi numeri”, svuotati del loro vero significato e da archiviare in un qualsiasi armadio per poi essere facilmente dimenticati.

Se fosse veramente così, la domanda iniziale “ Di Loro cosa rimane? ”, avrebbe trovato la sua unica e reale risposta, poco o nulla. Ma se vogliamo che ciò non accada, se vogliamo che le frasi più scontate di sempre : “oramai è passato troppo tempo…cosa serve oggi tutto quanto?...poi io sono di un'altra generazione...” perdano il loro vuoto   significato, dobbiamo considerare la Memoria come un percorso da alimentare sempre e la partecipazione, come l'esempio da trasmettere in modo continuo alle future generazioni.

Ora,  non ci rimane altro che dare una risposta ad una signora di 94 anni , che 72 anni fa ha perso il fratello disperso in Russia e ci ha chiesto se avessimo novità su Vogler: “Ghè dill nuità su Vogler?”.La prossima volta vorremmo risponderLe: “stiamo cercando sue notizie, e di tanti altri Vogler, ancora dispersi” La Signora non ha dimenticato e... Noi?

 

 

“È  passato  troppo  tempo?... Io  non  scordo”

 

Ai Giovani

 

Un breve pensiero lo rivolgiamo ai giovani, perché avranno in futuro, il compito di  conservare il Ricordo dei Caduti delle passate tragedie del nostro territorio. Pertanto ci rivolgiamo a loro, in modo che, attraverso questo lavoro ed altri più qualificati, si rendano conto delle “ragioni” che hanno portato alle guerre mondiali.

Quando una guerra inizia, tante persone sono invase da un contagioso e ottimistico “entusiasmo”, come se si partecipasse ad una gioiosa avventura di massa, breve e dall’esito vincente per tutti. Spesso , tali “entusiasmi”, derivati da persuasive oratorie e propagande coinvolgenti, basate su estreme ideologie politiche o ragioni nazionalistiche, determinano le cause e soluzioni dei problemi nella società. Ebbene queste “ragioni”, hanno provocato in pochi anni nel mondo, milioni di morti. Intere nazioni e città hanno subito danni e lutti inimmaginabili. Ma se le Nazioni possono rinascere e le città essere ricostruite, le vite umane sono  perse per sempre.

Pensiamo che la cultura e conoscenza, portino alla consapevolezza del passato, mentre i principi formino il carattere e la coscienza di una persona. Su queste basi i giovani in futuro, dovranno far leva per evitare il ripetersi di errori dalle conseguenze imprevedibili per tutti. Nessuno, sottovaluti gli scontri in Medio Oriente ed in Europa accaduti negli ultimi venti anni, come gli attuali in atto nelle varie parti del mondo. Sono purtroppo la dimostrazione che la guerra è rimasta una tragica e attuale alternativa, alle questioni politiche, ideologiche, territoriali ed economiche tra le Nazioni. In altre parole, le stesse ragioni di sempre.

Pertanto, la pace  non è ancora certa o scontata per nessuno e non basta evocarla per ottenerla. Di certo la pace è un valore determinante, ma serve un lavoro costante e quotidiano, dove ognuno a qualsiasi livello dia il proprio contributo al fine di garantirla nel futuro della società mondiale. Intere passate generazioni non hanno avuto questa grande opportunità, perché le guerre contemplano la parola futuro solo come una debole speranza ma con tante sicure incertezze. Le Vite perdute ma non dimenticate di Fiscaglia , devono rimanere impresse, affinché la parola “Guerra” non sia più contemplata nella vita sociale e civile dei popoli.

 

“L’umanità  deve  porre  fine alla  guerra  o  la  guerra  porrà  fine  all’umanità”     

- J.F.Kennedy -

 

 

CONCLUSIONI

Per  non  perderli  per  sempre

 

Siamo arrivati così alle nostre conclusioni , sperando che questo lavoro possa in qualche modo proseguire con il contributo di altri cittadini e giovani . Come volontari, potevamo limitare questa Ricerca alla sola e pure impegnativa composizione degli Elenchi, evitando così di addentrarci in percorsi non semplici da affrontare, ma crediamo, sarebbe stato un defilarsi improprio dai concetti principali che portano alla  sorte dei Caduti in guerra.

Perciò i contenuti sono stati scritti “di petto”, da persone come Voi, desiderose unicamente di iniziare un percorso, che non era mai stato intrapreso nel Nostro Territorio, ovvero la “conoscenza” di tanti concittadini,  fino ad ora  riportati soltanto come Nomi incisi sulle Lapidi Comunali o negli  archivi. Questo ci riporta ad una frase scritta da uno studioso che dice : “gli Elenchi sono un bene assoluto, perché dietro ad ogni nome c’è un volto e una vita”.

Ecco lo spirito che ci ha guidato nella Ricerca, è il voler far uscire allo “scoperto” i Loro Nomi e Volti. Se le guerre uccidono la vita fisica di una persona, l'indifferenza che può conseguirne nella società è pure peggio, perché tutte quelle Persone, possono   diventare dei “nessuno” ed essere perduti per sempre. Le fotografie e notizie raccolte, dimostrano che non sono per niente dei “nessuno”, ricordati solamente dai familiari o pochi altri e che volendo l'indifferenza si può fermare.

Durante le testimonianze che abbiamo ricevuto dai congiunti, abbiamo sempre avuto la sensazione che il Loro ricordo fossero ancora ben presente e sentirne parlare  trasmetteva una reale emozione.

Da parte nostra, riteniamo di aver fatto nient'altro che il nostro dovere, cercando attraverso la Ricerca, di mantenere vivo il valore collettivo della Memoria proprio “Per non perderli per sempre”, sperando che tutto quanto venga considerato una parte significativa del nostro recente passato e un futuro patrimonio dai cittadini di Fiscaglia.

         

  

“Il passato vive sempre... purché anche uno solo di Noi lo ricordi”

                                                                                                                                                             

 

 

 

 

 

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